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Cosenza, solo tre tiri in porta e un secondo tempo senza creare pericoli

I due colpi di testa di Gliozzi nei primi 45’ e quello di Petrucci a inizio ripresa, troppo poco per impensierire Gabriel. Cominciano a essere tanti i rigori subiti e l’assenza di vittorie in casa pesano come un macigno

Dopo 24 partite i numeri cominciano ad avere un peso. E quelli del Cosenza, dopo la sconfitta per 3-1 a Lecce, portano a leggerli con preoccupazione. Al di là della posizione di classifica. Ancora una volta nei commenti post gara ci si è concentrati sugli errori arbitrali, soprattutto sul secondo calcio di rigore concesso per l’intervento di Sciaudone su Mancosu. Vero, il centrocampista ha toccato nettamente il pallone. Ma poi, non potendo frenare la sua corsa, ha travolto il trequartista di Corini. Con il senno del poi, il numero 16 rossoblù avrebbe potuto evitare quel tipo di intervento. Ma per chi è in campo è tutta un’altra storia.

Fatta questa premessa, torniamo ai numeri. Il Cosenza era passato in vantaggio con Gliozzi alla prima vera conclusione in porta. Qualche attimo prima, sull’assist di Tremolada, l’attaccante di Siderno aveva chiamato Gabriel alla parata. Il primo tempo si è racchiuso in queste due conclusioni. A inizio ripresa, esattamente al 4’, un altro colpo di testa, questa volta di Petrucci, è stato parato dal portiere del Lecce. E siamo a tre. Punto. Le conclusioni in porta sono finite qui. È chiaro che per vincere una partita di presupposti per arrivare al tiro bisogna crearne molte di più. E nel taccuino del secondo tempo non ci sono tracce di giocate pericolose dalle parti dell’area di rigore salentina.

A proposito di numeri, c’è un altro dato che invita a riflettere. Con i due subiti al Via del Mare, il Cosenza ha toccato quota 8 calci di rigore campionato. Cominciano, anche questi, a essere tanti. Già in altre circostanze, viene in mente la partita con l’Empoli al Marulla, si è puntato l’indice contro l’arbitro. Ma evidentemente in area di rigore servirebbe un po’ di attenzione in più o, quanto meno, fare in modo che non si creino i presupposti per arrivare al fallo. E soprattutto, per chiuderla con i numeri, urge la prima vittoria al Marulla perché quello zero pesa come un macigno.

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