La lunga pausa di riflessione non lascia intravedere un futuro migliore rispetto al recente passato. Anzi, cresce la consapevolezza della mancanza di un progetto
La foto che ritrae Luciano Moggi e Giancarlo Greco avrebbe potuto rappresentare lo scatto di orgoglio soprattutto verso quei tifosi di cui per l’ennesima volta non si è avuto rispetto. Un ritratto che avrebbe dovuto quanto meno spingere l’attuale proprietà del Cosenza calcio a ribadire con forza che certe offerte, presunte, rappresentano un’offesa verso la gloriosa storia del club. Non è certo di un personaggio che ha scritto la peggiore pagina della storia del calcio italiano, di cui ha bisogno la società rossoblù obbligata a rilanciare la sfida con obiettivi ambiziosi.
Si è persa l’occasione per rendere meno amara la retrocessione del 10 maggio scorso. Ma anche e soprattutto per cancellare l’assurda incapacità organizzativa che è riuscita nell’impresa, per la prima volta nella storia di una società di calcio, a perdere una fetta sostanziosa (900 mila euro) di contributi previsto dalla Lega di B. Ecco di cosa ha bisogno adesso la tifoseria del Cosenza: chiarezza. E rispetto. Perché parlare di futuro, proprio in queste ore avrebbe rappresentato uno spiraglio di luce capace di aprire le porte verso nuovi orizzonti.
E invece bisogna fare i conti con la perenne incrostazione tempistica che ha condizionato in negativo il recente passato. Un andamento lento, o pausa di riflessione che dir si voglia, che non lascia intravedere un futuro migliore. Anzi, cresce fortemente la consapevolezza che si continuerà a navigare a vista. Senza un progetto. Senza il rispetto necessario verso la tifoseria, soprattutto quella maggioranza silenziosa che soffre senza strumentalizzare gli eventi. La Serie B 2020-2021 è soltanto un brutto ricordo. Il futuro si chiama Serie C. E sulla stagione 2021-2022 non esiste, a oggi, uno straccio di programma. Ed è proprio questo il vero dramma, altro che l’improbabile cambio di proprietà…