Fra pochi giorni torna il campionato e in casa rossoblù non si muove foglia: mercato fermo e si addensano le nubi del passato
Fra pochi giorni riprende il campionato di Serie B 2022-2023 con il Cosenza che ospita il Benevento. Domenica al Marulla (fischio d’inizio alle ore 16.15) si annunciano moltissimi spazi vuoti sui gradoni dello stadio: nell’ultima di campionato giocata in casa, prima della sosta invernale, contro l’Ascoli le presenze avevano toccato il minimo stagionale con 2.822 paganti inclusi 1.459 abbonati. E dire che la stagione era cominciata con i 9.229 spettatori della partita con il Modena.
Certo, la vittoria a Benevento aveva acceso l’entusiasmo, così come si è spento con l’ultimo posto in classifica. Eppure, nonostante summit annunciati in pompa magna, si registra una calma piatta come se il Cosenza fosse al posto del Frosinone. I summit, in un club organizzato, per come dovrebbe essere per chi partecipa al secondo campionato di calcio italiano, si dovrebbero fare un giorno sì e l’altro pure. A queste latitudini diventa notizia dell’anno l’incontro tra proprietario e parte tecnica, come se chissà quale fatto straordinario sia accaduto.
Ma nonostante tutto il mercato è fermo al palo. È cominciata la sfilza dei no che con il passare degli anni, da quando il Cosenza è tornato in Serie B, aumentano sempre di più. L’ultima beffa in ordine di tempo è il forte tentennamento di Luca Fiordilino a tornare lì dove era sbocciato come calciatore professionista. Matrimonio che da parte dello stesso club, nella giornata di sabato scorso 7 gennaio, veniva annunciato come fatto. Era stato anche garantito che per la partita con il Benevento oltre al centrocampista sarebbero arrivati un terzino sinistro e un attaccante. Invece calma piatta e altri “no, grazie”.
E qui si addensano sempre con più forza le nubi del passato. Tornano in mente le parole di Stefano Trinchera quando cercava di far comprendere la “mancanza di appeal”. E ancora di più quella “inversione a U” di cui aveva parlato un altro direttore sportivo, bistrattato come il suo predecessore, Roberto Goretti. Oggi quelle parole tornano prepotentemente d’attualità, specie a vedere un Cosenza che sta mestamente rinunciando a lottare come un vero Lupo per mantenere la Serie B…