Un vortice di emozioni lunedì mattina nello spicchio dell’antistadio Gigi Marulla dov’è stata scoperta la targa del Largo Gianni Di Marzio. Non solo la parole della moglie Tucci ma anche quella del figlio Gianluca, anche lui commosso nel momento in cui ha osservato da vicino la targa.
“Mio padre – ha ricordato il figlio dell’ea allenatore e dirigente dei Lupi – da questa targa continua a guardare lo stadio e la città che guardava anche da lontano, non riuscendo a recidere il cordone ombelicale che lo legava a Cosenza. Era l’allenatore della città. È bello che questa targa sia stata apposta qui, perché lui era l’allenatore della strada. Il suo contatto con la gente è stato sempre costante. Mio padre si intratteneva sempre con i tifosi al termine degli allenamenti”.
“Fermava la macchina ed è sempre stato riconoscente con le persone che stazionavano qui tutti i giorni. E che vivevano per il Cosenza. Saperlo qui sulla strada, in mezzo alla gente, ci riempie di grande orgoglio. E soprattutto spero che possa essere qui con la gente di Cosenza a festeggiare quel traguardo che aveva il rimpianto di non aver conseguito. E che mi auguro che la città possa raggiungere. Perché merita di toccare il cielo e di arrivare a quella serie A che non è stata mai raggiunta nella sua storia”.