È dalla vigilia della partita con la Reggiana, giocata l’11 novembre scorso, che per Fabio Caserta si continua a ripetere, potrebbe essere l’ultima sulla panchina del Cosenza. Da quel giorno si è inceppato qualcosa, solo 2 pareggi nelle successive 7 partite. Crisi di risultati senza storia. Che aveva portato a quella che sembrava una decisione già confezionata: esonero, dopo la sconfitta con il Como del 26 dicembre.
E invece no. Nonostante i vertici del club non abbiamo più fiducia nell’allenatore, non si è avuto il coraggio di mandarlo via. Eppure era stato già tutto fatto per la scelta del sostituto. Sarebbe toccato a Pierpalo Bisoli, il quale da diverse settimane ha contatti con soggetti che si occupano di informazione sul Cosenza. E pare che il profeta di Torretta parli quasi quotidianamente con uomini che incidono in modo decisivo sulle scelte della proprietà.
E allora perché non è stato esonerato Caserta? Sembrerebbe che il direttore sportivo Gemmi non sia propenso ad accettare scelte calate dall’alto, per cui avrebbe chiaramente lasciato intendere che si sarebbe dimesso. Chi sta lavorando a questa opzione ormai da mesi, ha inculcato ai vertici del club che la squadra è da prime cinque posizioni della classifica. Il campo sta dicendo altro e il pericolo è che dovesse sprofondare tra playout e zona retrocessione, com’è sempre accaduto negli ultimi quattro campionati, sarà dura risalire. Qualcuno dovrebbe far comprendere ai vertici di Via degli Stadi che il campionato comincia adesso, che si riparte da 21 punti e dal 15° posto che a oggi garantirebbe la salvezza diretta. Ovvero, l’obiettivo dichiarato pubblicamente a inizio stagione.
La verità, però, non è quella che si vorrebbe fare apparire. Nella realtà Caserta sta lavorando tra mille difficoltà, senza la fiducia dei vertici del club. Con l’aggravante che questa situazione, ovviamente ben nota all’interno dello spogliatoio, ha contribuito a costruire l’alibi perfetto per i calciatori. Il tecnico di Melito Porto Salvo, oggi sabato 20 gennaio 2024, si gioca con il Venezia una doppia partita. Intanto regalare un sorriso al popolo rossoblù, dopo oltre due mesi, per muovere la classifica. Poi provare a tenere unito un gruppo che in questa delicatissima fase della stagione potrebbe pensare poco di squadra e molto a gestirsi eventuali sviluppi futuri personali.