Nel corso della 55esima udienza del processo per l’omicidio di Denis Bergamini è stato ascoltato in remoto Pietro Pugliese, ex collaboratore di giustizia. Pugliese ha dichiarato che Bergamini è stato ucciso perché si opponeva al calcioscommesse senza però fornire elementi utili in grado di giustificare questa affermazione. Ma non solo, dopo alcune domande più precise e incalzanti, il teste si è rifiutato di rispondere: “Se non cambia qualcosa, più di questo non posso dire. Sanno dove sono, possono uccidermi quando vogliono. Se Gratteri mi dà delle garanzie, io vengo a Cosenza e dico tutto”.
A fine udienza l’avvocato Fabio Anselmo ha definito la testimonianza di Pietro Pugliese “grottesca e surreale”. Queste le sue parole: “Sono le ultime udienze. Questa, in particolare, di nessun significato e di nessun peso. La difesa ha il diritto di esercitare tutta la sua attività che è riconosciuta dalla Costituzione ma quella di oggi io la ritengo un’udienza surreale a tratti quasi grottesca… Credo che il cerchio intorno a Isabella Internò ormai sia chiuso, stretto. La verità è questa. Oggi abbiamo ascoltato un testimone veramente grottesco… gli avrei chiesto chi è il vero mandante dell’omicidio di John Fitzgerald Kennedy perché probabilmente lui si sarebbe riservato pure di dire questo… Ha parlato di Borsellino, ha parlato di scudetti venduti, comprati, poi a un certo punto si è rifiutato di rispondere, ne abbiamo preso atto ma la credibilità di questo teste è nulla”.