Mancano ancora 48 ore a Cosenza-Catanzaro, l’atteso derby di domenica. I Lupi non vincono questo match al “Marulla” dal 1985, quando la sfida fu decisa da Alberto Aita. Così l’ex rossoblu ai microfoni della Gazzetta del Sud: “Nessuno avrebbe mai immaginato che potessi essere proprio io il match winner di giornata. Non ci credevo neppure io, ad essere sincero, ma quella volta è toccato a me rubare la scena. Davvero una casualità perché non ho mai segnato tante reti nella mia carriera”.
Adesso serve un nuovo protagonista: “Se dovessi spendere un nome, farei quello di Aldo Florenzi. Anche lui è passato dal settore giovanile rossoblù. Per caratteristiche tecniche è molto simile a me. Queste affinità mi spingono a fare il tifo per lui, mi farebbe piacere se dovesse toccargli di vivere le emozioni che ho potuto assaporare.”
“Io lontano dai riflettori? Alla mia età bisogna dare largo ai giovani. Ho 64 anni e non penso ad un ritorno nel Cosenza con qualche ruolo. Provo però uno straordinario orgoglio per essere parte della storia del club, ciò che più mi lusinga è sapere che la mia gigantografia è presente nella Hall of Fame del tunnel degli spogliatoi del “Marulla” tra Bergamini e Marulla, due icone della nostra squadra”
Sul Cosenza del presente: “Quest’anno , il gruppo costruito è molto forte. Dopo qualche stagione di sofferenza però è inevitabile che il primo obiettivo resti la salvezza. Prestazioni come quella di Parma però lasciano ben sperare. Il Cosenza ha dimostrato di poter giocare alla pari contro la prima in classifica e questo è da tenere in considerazione”.
Aita rivela anche un desiderio: “Mi piacerebbe incontrare la squadra, parlare con loro senza fare pubblicità del nostro colloquio. Vorrei trasmettere loro emozioni, sensazioni vissute e ciò che può significare una vittoria contro il Catanzaro per tutta la provincia. Certo, dovrebbe essere d’accordo pure Fabio Caserta. Quando era ancora giovanissimo e militava nel Locri, in serie D, io guidavo già il Lauria. Ho tentato in varie occasioni di allenarlo. Era già molto bravo, non a caso poi ha avuto una carriera brillante. Mi sarebbe piaciuto averlo con me ma dopo alcuni tentativi per me infruttuosi, spiccò il volo e non ci fu più nulla da fare”.