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Cosenza, Guarascio: “Mi convince la B a due gironi”

Intervista fiume al patron rossoblu, che dalle frequenze di TmwRadio conferma in pieno la nostra anticipazione: “Può aiutare tantissimo. Fare due gironi permetterebbe di non prendere aerei e un torneo un po’ più di prossimità, aiutando anche a livello economico”

Eugenio Guarascio, presidente del Cosenza, nel corso di Stadio Aperto, trasmissione in onda sulle frequenze di  TMW Radio, ha parlato del futuro del calcio italiano confermando di fare il tifo per l’allargamento dell’organico della Serie B.

Un Guarascio che ha trattato diversi argomenti rispondendo alle domande di Niccolò Ceccerini e Francesco Benvenuti: “La situazione economica è disastrosa, perché attraverso il gioco abbiamo gli introiti, che significano pubblico e sponsor. Fermandoci, c’è stato un danno enorme, in generale al calcio ma anche alla nostra realtà. Il tutto è un po’ surreale, era inimmaginabile e ci troviamo di fronte a una pandemia che ha colpito diversi giocatori, dirigenti, miei colleghi… Siamo stati costretti a non pensare al calcio, non si può pensare di essere pronti ad una partita e a gioire quando ci sono persone che stanno soffrendo e situazioni del genere. In fondo il calcio è gioia, un gioco che può servire solo in momenti in cui si sta bene, non con i lutti. Giusto fermarsi un attimo e programmare il futuro con tranquillità, pensando alla salute e a un nuovo modo di fare calcio: senza pubblico diventa completamente diverso. Possiamo anche farlo, ma è un’altra cosa”.

Difficile immaginare che i protocolli della Serie A si possano attuare anche in B: “Ben venga il protocollo, ma da quanto mi dicono non sarà comunque a rischio zero: nel gioco il contatto ci può essere. Anche per rispetto di chi ha sofferto, non si può passare in un solo giorno dal cimitero allo stadio. Vero che abbiamo una serie di scadenza, ma pure dovessimo giocare a settembre e non ad agosto, non succederebbe nulla. Tutelare la salute e creare anche una cultura italiana tramite il calcio ci può evitare di creare problemi: abbiamo una grande responsabilità, ma bisogna anche aspettare che arrivi il momento giusto”.

Il presidente dei rossoblu è consapevole delle difficoltà delle squadre cadette: “La Serie B, economicamente, è troppo distante dalla Serie A: loro fatturano circa 1,3 miliardi, noi circa 120 milioni. Il rapporto è neanche di uno a dieci, siamo troppo lontani e questo non aiuta il sistema. Si potrebbe creare un livellamento andando verso il basso. Anche se faccio parte della B, darei sostegno alla Serie C e ad altre realtà minori. Noi pensiamo troppo agli stranieri, e i procuratori hanno un giro d’affari solo in Serie A di 192 milioni. Bisogna avere il coraggio di fare riforme che garantiscano la sostenibilità su ricavi certi, che arrivano da sponsorizzazioni, incassi e diritti tv. Pensiamo alla nostra Rai: riuscirebbe a trasmettere il calcio pure nei paesini più sperduti, e lì potremmo avere diritti più genuini ed omogenei”.

Un Guarascio che si è detto favorevole alla riforma del campionato: “Se ci si riesce, e credo fosse un vecchio progetto di Gravina, può aiutare tantissimo. Fare due gironi intanto permetterebbe di non prendere aerei e fare un torneo un po’ più di prossimità, aiutando anche a livello economico. Ci sono un gruppo di squadre di C che di fatto sono di B, sono talmente avanti come strutture, e penso a Bari, Catania oltre ad altre piazze… Il discorso che faccio è: guardiamo a strutture, stadi e bacini di utenza. Senza nulla togliere ma alcune squadre arrivano in Serie A e devono giocare in un altro stadio. Chi aggrega più tifosi è giusto che abbia la possibilità di guardare un calcio di livello. Pensiamo che la Serie A si ferma a Napoli, Lecce al massimo. Questo secondo voi è un calcio omogeneo? C’è troppa concentrazione verso il nord, e dalla mia posizione dico che non è possibile, se contiamo che al sud abbiamo tanti appassionati”.

 

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