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“Cosenza, rimanere con il profilo basso è la cosa migliore”

Michele Camporese felice del ritorno, della parentesi con la Reggina e di un futuro che potrebbe regalare obiettivi ambiziosi: “Io qui ho già giocato una partita con l’atmosfera della Serie A…”

Con Michele Camporese era inevitabile parlare di cosa è successo l’estate del 2022, quando andò alla Reggina dopo la salvezza ottenuta con il Cosenza nel playout contro il Vicenza. “Finito il campionato sono tornato al Pordenone, dove i sono allenato per una settimana e mezza. Non voglio entrare nel merito della trattativa con il Cosenza, poi il mercato sviluppa dinamiche in cui prevale la professione. Avevo l’opportunità di andare a giocare in una squadra che, sulla carta, avrebbe lottato per andare in Serie A. Poi…”.

“Posso capire il tifoso, che molte persone ci siano rimaste male. La rivalità, tutto il resto”. Insomma non è poi stata colpa di Camporese se quella trattativa non si è concretizzata. Che poteva invece definirsi già nell’ultima estate. “Sì, il procuratore mi disse che aveva ricevuto una telefonata da Gemmi. Però io avevo una situazione bordeline con la Reggina: ci hanno liberato il 29 agosto. Mettiamoci che ero anche infortunato, per cui avrei saltato le prime tre partite. Motivo per il quale, giustamente, hanno fatto altre scelte”.

“Contento di questo ritorno. Peccato per quel finale di partita con il Pisa. Purtroppo Caracciolo me l’ha girata di prima, non ci sono arrivato. E poi in quegli ultimi minuti eravamo anche un po’ sulle gambe. Pazienza, è andata così…”.

“La differenza con il Cosenza che aveva lasciato? Dal punto di vista tecnico questo è molto più avanti. Quando sono arrivato due anni fa c’era poca consapevolezza anche tra i calciatori, molti alla prima volta in Serie B. Adesso c’è gente con esperienza. E poi c’è un allenatore che ha una idea di gioco. Non è che prima non ci fosse, anche perché Occhiuzzi lo avevo sempre visto in televisione ma io ci ho lavorato soltanto per due partite. Poi lo hanno esonerato, non è facile da giudicare. Comunque Caserta dà una sua impronta, una squadra che tende a giocare e anche per i giocatori è più divertente”.

“A livello ambientale ho visto passi in avanti. Anche a livello societario è un altro Cosenza, anche nelle piccole cose quotidiane capisci che c’è un passo diverso. Più sviluppato”.

“Io lo spero che questa sia una tappa che possa portare a un progetto più ambizioso la prossima stagione. Lo meritano i tifosi, la città. Ho visto quello che può regalare Cosenza nei momenti di difficoltà, ho visto lo stadio pieno. Ricordo quella notte del playout con il Vicenza: chiamai mio padre gli dissi babbo, ho giocato una partita di Serie A. Perché a livello adrenalinico e di atmosfera mi lasciò un bel segno quella partita”.

“È giusto parlare di salvezza. Lo sappiamo tutti che il Cosenza ha qualcosa in più rispetto agli anni passati, però abbiamo visto tanti esempi in questi anni. Vedi il Brescia la scorsa stagione. Rimanere con il profilo basso è la cosa migliore. Il Cosenza deve pensare partita per partita. In questo momento siamo consapevoli che abbiamo pareggiato una partita in cui potevamo portare il risultato pieno a casa… Però ora c’è il Modena e andremo lì per prendere un risultato positivo”.

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