L’ex centrocampista cosentino, cresciuto nel settore giovanile rossoblu adesso allena a Miami con il Cosenza sempre nel cuore
Gli anni d’oro del calcio cosentino, sono sicuramente quelli a cavallo tra l’87 e il 2003. I rossoblu sono stabilmente in cadetteria e sopratutto riescono a lanciare nel grande calcio tanti giovani talenti. Luca Altomare, Giovanni Paschetta e Salvatore Miceli sono solo alcuni dei tanti ragazzi del settore giovanile a debuttare in Serie B.
L’annata migliore resta la ’75-76 che nella stagione ’92-93 portò a Cosenza il titolo di Campione D’Italia Beretti. In quella formazione c’erano Stefano Fiore e Franco Florio, entrambi lanciati in prima squadra da Fausto Silipo poco più che diciottenni. Le prospettive per una carriera ricca e luminosa c’erano. Solo il primo ha rispettato le attese, eppure fu il secondo ad attirare le sirene dei grandi club di Serie A.
Dopo due stagioni in B e la presenza stabile nelle nazionali giovanili arrivò la chiamata della Roma guidata da Carletto Mazzone. Nella capitale non arrivò il debutto nella massima serie e dopo pochi mesi il ritorno a Cosenza. Due stagioni in B al Monza e una carriera che si chiude presto dopo 9 presenze in C a Treviso.
Una laurea in scienze della comunicazione in tasca, quattro lingue parlate e una nuova carriera d’allenatore e una valigia piena di sogni che che lo ha accompagnato dall’altra parte dell’oceano.
Una breve parentesi da vice di Enzo Patania, nel primo Cosenza targato Guarascio per poi passare alla guida della formazione Juniores dopo le dimissioni di Bruno Trocini. Il ripescaggio in Lega Pro 2 lo porta dritto al campionato Berretti, contribuendo in maniera importante alla rinascita del settore giovanile rossoblu. Chiusa l’avventura in riva al crati la curiosità e la voglia di crescere lo spingo a spiccare il volo.
Dal 2015 Florio vive negli Stati Uniti, prima a Seattle e adesso a Miami, dopo aver insegnato calcio è arrivata la chiamata dall’Under 23 del Miami United FC. Il sogno forse è quello un giorno di tornare in Italia magari per riprendere quel discorso chiuso nel 2014.