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Cosenza, alla scoperta di Zaffaroni: la semplicità il suo punto di forza

All’età di 52 anni debutta in Serie B dopo tanta gavetta tra i dilettanti e la C: la cultura del lavoro nel dna e sa farsi amare dai calciatori

Per uno strano gioco del destino Marco Zaffaroni, 52 anni compiuti lo scorso 20 gennaio, debutta da allenatore in Serie B e lo fa alla guida del Cosenza. Un giorno inseguito a lungo dopo tanta gavetta tra Serie D (107 panchine) e Serie C (125). E con una media punti di 1,84 a partita frutto di 123 vittorie, 71 pareggi e 45 sconfitte. Uno che fa della semplicità il punto di partenza con la quale costruire il progetto tecnico. Alla base della sua idea di calcio, al di là dei numeri legati ai moduli, ci sono i valori senza i quali, ha detto il giorno della sua prima conferenza stampa da allenatore del Cosenza, non costruisci nulla.

Valori, appunto. Con un metro di misura che Zaffaroni ha messo subito in chiaro: ordine, comportamenti, atteggiamenti in campo e soprattutto fare le cose semplici. Che, paradossalmente, non è mai facile nel calcio molto teorico delle nuove generazioni. Una base che significa essere già ben oltre la metà dell’opera. Il resto lo faranno la qualità dei calciatori. “In questo momento – ha sottolineato il tecnico milanese alla vigilia della partenza per Ascoli – non siamo un grado di esprimere ciò che ci piacerebbe fare. Di certo daremo il massimo per fare quello che si può…”.

Strano gioco del destino, si diceva. Infatti il debutto in Serie B lo avrebbe dovuto fare alla guida del Chievo. Ma una lunga ed estenuante estate lo ha portato proprio sulla panchina del Marulla, dopo che il 3 agosto scorso la Figc ha riammesso ufficialmente il Cosenza in Serie B. Una situazione che ha portato a oggettive difficoltà ma sulle quali Zaffaroni non ha mai dato l’impressione di costruirsi alibi. Anche nelle parole, fa della semplicità un altro punto di forza.

Intanto sfida l’Ascoli con le armi che in questo momento ha a disposizione, così come farà con il Brescia la prossima settimana. Nel frattempo Goretti dovrà mettergli a disposizione quella qualità necessaria per affrontare un campionato che si annuncia più difficile rispetto al recente passato. La sosta gli darà la possibilità di cominciare a plasmare il gruppo e cominciare a inculcare il suo calcio. Semplice, pragmatico e si spera efficace affinché si possa raggiungere l’obiettivo della salvezza prima possibile.

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