Lo scorso 4 settembre ha compiuto 23 anni, un età nel calcio in cui si sta nel lembo tra giovani di belle speranze e certezze per un futuro roseo. Che sembrava quello a cui era destinato Mattia Viviani, cresciuto nel settore giovanile del Brescia, squadra della città dov’è nato, al punto che veniva considerato l’erede di Sandro Tonali. Hanno la stessa età e una trafila parallela nelle giovanili nella squadra lombarda.
Con il Brescia qualche apparizione in Serie B con Corini, anche 8 presenze nella massima serie. Crescerà ed esploderà, si diceva. Ma Viviani doveva ancora dimostrare, si ripeteva. Motivo per il quale avrebbero dovuto dargliene la possibilità. Così la cessione al Chievo e nel campionato di Serie B 2020-2021 colleziona 31 presenze. Era il Chievo di Aglietti in cui giocava anche Canotto.
Con il fallimento del club veronese, ecco il Benevento che fece il grande affare di prenderlo a parametro zero. Due stagioni in Serie B e l’incontro con Fabio Caserta che è stato felice di accogloerlo anche al Cosenza. Nel club di Vigorito c’era anche Calò ma, a differenza di quanto sta accadendo oggi in rossoblù, le gerarchie erano capovolte: giocava molto di più Viviani. A volte Caserta li ha anche fatti giocare assieme. Due registi ma con caratteristiche diverse.
Al Cosenza finora una sola partita da titolare, quella di sabato scorso con lo Spezia. Evidentemente non è facile giudicare le prestazioni di Viviani il quale era sempre subentrato (6 volte). C’è bisogno di continuità, solo così potrà entrare nel cuore del progetto e acquisire quel ritmo partita che gli garantirebbe di dare il meglio, anche dal punto di vista tecnico. Continuità che Viviani si aspetta, sperando che quella di La Spezia non resti un episodio sporadico. Perché ritrovare il talento di Viviani sarebbe un bel vantaggio per tutti. A cominciare dal Cosenza.